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Recovery Fund

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A luglio 2020 il Consiglio Europeo ha raggiunto un accordo sul nuovo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 e sul fondo per garantire la ripresa dell’economia europea dopo la crisi provocata dal COVID-19.
Il piano, denominato “Next Generation EU”, dotato di una capacità finanziaria complessiva di 750 miliardi di euro tra prestiti e sussidi, comprenderà una serie di strumenti, tra cui:

  • Recovery and Resilience Facility: fondo finalizzato a sostenere riforme e investimenti per rilanciare le economie degli Stati Membri;
  • React-EU: finanziamenti, veicolati attraverso la politica di coesione, per favorire la ripresa dei settori più colpiti dall’emergenza COVID-19;
  • Sviluppo rurale: Sussidi per aiutare le aree rurali a introdurre i cambiamenti strutturali richiesti per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo;
  • Just Transition Fund: fondo per sostenere la transizione verde delle regioni maggiormente colpite dal COVID-19.

Il Recovery and Resilience Facility rappresenta il fulcro del Next Generation EU e sosterrà gli Stati Membri ad assorbire lo shock determinato dalla pandemia di COVID-19 ed a rendere più resilienti le loro economie. Il dispositivo mette a disposizione degli Stati circa 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 in sussidi e 360 in prestiti.
La Commissione Europea subordinerà l’erogazione dei fondi all’approvazione dei Piani di Ripresa e Resilienza, che tutti gli Stati Membri dovranno presentare entro aprile 2021.
A tal fine, la Commissione ha fornito indicazioni specifiche sulla redazione dei Piani e sui progetti da presentare. In particolare, gli Stati Membri dovranno includere nei piani nazionali investimenti e riforme volti a perseguire alcuni obiettivi:

  • Power up – Utilizzare tecnologie pulite adeguate alle esigenze future e accelerare lo sviluppo e l’uso delle energie rinnovabili;
  • Renovate – Migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati;
  • Recharge and Refuel – Promuovere tecnologie pulite adeguate alle esigenze future per accelerare l’uso di sistemi di trasporto sostenibili, accessibili e intelligenti;
  • Connect – Estendere rapidamente i servizi veloci a banda larga a tutte le regioni e a tutte le famiglie, comprese le reti in fibra ottica e 5G;
  • Modernise – Digitalizzare la pubblica amministrazione e i servizi pubblici, compresi i sistemi giudiziari e sanitari;
  • Scale-up – Aumentare le capacità di cloud industriale europeo di dati e lo sviluppo dei processori più potenti, all’avanguardia e sostenibili;
  • Reskill and upskill – Adattare i sistemi d’istruzione per promuovere le competenze digitali e la formazione scolastica e professionale per tutte le età.

La Commissione ha anche stabilito che gli Stati Membri dovranno dedicare almeno il 37% dei fondi ai programmi finalizzati alla transizione green e il 20% a progetti che supporteranno la transizione digitale in tutti i settori economici.

A seguito della presentazione del Piano di Ripresa e Resilienza, La Commissione europea avrà a disposizione 2 mesi per le sue valutazioni e per proporre al Consiglio dell’UE l’approvazione del Piano. Il Consiglio dovrà quindi approvare il Piano entro 4 settimane dalla presentazione della proposta della Commissione europea. A seguito dell’approvazione del Piano, gli Stati Membri potranno accedere ad un prefinanziamento del 13% dell’importo complessivo previsto per ciascun Paese.

L’Italia sarà uno dei principali beneficiari del Next Generation EU e riceverà, a partire dal prossimo anno e fino al 2026, circa 208 miliardi di euro così suddivisi:

  • Recovery and Resilience Facility: 193,1 mld €, (65,5 mld € sovvenzioni + 127,6 mld € prestiti)
  • React-EU: 13,5 mld €
  • Sviluppo Rurale: 0,8 mld €
  • Just Transition Fund: 0,5 mld €
  • Altri programmi: 0,7 mld €

Il 9 settembre scorso, il Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE) ha approvato la proposta di linee guida per la definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, definendo le sfide che il Paese dovrà affrontare, le missioni dentro le quali saranno organizzati i diversi progetti del Piano e le iniziative di riforma che saranno collegate ad uno o più cluster di intervento. 

Le sfide:

  • Migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia; 
  • Ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica; 
  • Sostenere la transizione verde e digitale; 
  • Innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione.

Le missioni: 

  • Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; 
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica; 
  • Infrastrutture per la mobilità; 
  • Istruzione e Ricerca;
  • Inclusione e Coesione; 
  • Salute.

Le iniziative di riforma e le politiche di supporto:

  • Incremento degli investimenti pubblici;
  • Riforma della pubblica amministrazione;
  • Aumento delle spese in ricerca e sviluppo; 
  • Riforma del fisco; 
  • Riforma della giustizia;
  • Riforma del lavoro.

Il 7 dicembre 2020 il Consiglio dei Ministri ha avviato l’esame della versione aggiornata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In seguito, il Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2021 ha approvato la proposta di PNRR che costituisce la base di discussione per il confronto con il Parlamento, le Istituzioni regionali e locali, le forze economiche e sociali, il Terzo Settore e le reti di cittadinanza, ai fini dell’adozione definitiva del Piano.

Il Piano si articola in 6 Missioni, 16 Componenti e 48 Linee di intervento e individua 3 assi strategici:

  • Digitalizzazione e innovazione
  • Transizione ecologica
  • Inclusione sociale

Inoltre, il Piano prevede che le risorse complessive ammontino a 222,9 miliardi di euro (una cifra superiore rispetto a quanto previsto dalle linee guida del PNRR), così suddivise:

  • 209,9 miliardi di euro dal RRF (con 65,7 miliardi che saranno utilizzati per progetti in essere e 144,2 miliardi per nuovi progetti);
  • 13 miliardi di euro dal React-EU.

Il Governo ha deciso di includere nel Piano anche 79,81 miliardi di euro derivanti dalla programmazione di bilancio 2021-2026 e 7,9 miliardi di euro dai Fondi Strutturali Europei, per un totale complessivo di 310,6 miliardi di euro.

Le risorse del Next Generation EU saranno suddivise tra le 6 missioni previste dal Piano nel modo seguente:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 46,18 miliardi €
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: 68,9 miliardi €
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 31,98 miliardi €
  • Istruzione e Ricerca: 28,49 miliardi €
  • Inclusione e Coesione: 27,62 miliardi €
  • Salute: 19,72 miliardi €

L’1 aprile 2021, la Camera dei Deputati e il Senato hanno votato due Risoluzioni sulla proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata dal Governo Conte a gennaio, approvando la relazione delle Commissioni parlamentari.

Il 24 aprile 2021 il Governo Draghi ha esaminato la versione finale del PNRR, aggiornata anche sulla base delle raccomandazioni espresse dal Parlamento. In seguito, il 26 e 27 aprile il Presidente Draghi ha tenuto delle Comunicazioni alla Camera dei Deputati e al Senato in vista della trasmissione alla Commissione europea del PNRR. A seguito dell’approvazione del Parlamento, il 30 aprile il Governo ha trasmesso il PNRR alla Commissione, rispettando così la scadenza prevista per ricevere il pre-finanziamento del 13% delle risorse, che l’Italia dovrebbe ricevere entro l’estate.

Risorse

Le risorse complessive del Piano ammontano a 235,1 miliardi di euro:

  • 191,5 miliardi di euro del Recovery and Resilience Facility (68,9 miliardi di sovvenzioni più 122,6 miliardi di prestiti);
  • 30,6 miliardi di euro provenienti da un nuovo fondo complementare, finalizzato a finanziare alcuni progetti esclusi dal PNRR. Gli investimenti del fondo complementare saranno corredati di obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e saranno monitorati dalle autorità nazionali con le stesse modalità previste per i progetti del PNRR. Tuttavia, questi progetti non saranno rendicontati alla Commissione Europea e potranno avere una scadenza più lunga rispetto al 2026;
  • 13 miliardi di euro dal REACT-EU.

Inoltre, sono stanziati 26 miliardi di euro destinati alla realizzazione di opere specifiche, da completare entro il 2032.

A tali risorse si aggiungono circa 15,5 miliardi come anticipo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2021-2027.

Il Piano destina il 40% delle risorse al Mezzogiorno (circa 82 miliardi di euro su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio).

Grazie al Piano, il Governo prevede un aumento del PIL fino a 3,6 punti percentuali ed un aumento di 3,2 punti percentuali del livello di occupazione nel 2026.

Assi strategici e priorità trasversali

Il Piano si sviluppa intorno a tre assi strategici:

  • digitalizzazione e innovazione;
  • transizione ecologica;
  • inclusione sociale.

Tutti gli interventi del Piano saranno finalizzati a raggiungere tre obiettivi trasversali:

  • parità di genere;
  • protezione e valorizzazione dei giovani;
  • superamento dei divari territoriali.

Missioni e Componenti

Il Piano si articola in 6 Missioni e 16 componenti prioritarie.

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: 49,86 miliardi di euro

40,32 miliardi di euro dal RRF più 8,74 miliardi di euro dal fondo complementare più 0,80 miliardi di euro dal REACT-EU.

  • Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della PA: 9,75 miliardi €
  • Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo: 23,89 miliardi €
  • Turismo e Cultura 4.0: 6,68 miliardi €
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: 69,94 miliardi di euro

59,47 miliardi di euro dal RRF più 9,16 miliardi di euro dal fondo complementare più 1,31 miliardi di euro dal REACT-EU.

  • Agricoltura sostenibile ed Economia Circolare: 5,27 miliardi €
  • Transizione energetica e mobilità locale sostenibile: 23,78 miliardi €
  • Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: 15,36 miliardi €
  • Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica: 15,06 miliardi €
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile: 31,46 miliardi di euro

25,40 miliardi di euro dal RRF più 6,06 miliardi di euro dal fondo complementare.

  • Alta Velocità e manutenzione stradale 4.0: 24,77 miliardi €
  • Intermodalità e logistica integrata: 0,63 miliardi €
  • Istruzione e Ricerca: 33,81 miliardi di euro

30,88 miliardi di euro dal RRF più 1 miliardo di euro dal fondo complementare più 1,93 miliardi di euro dal REACT-EU.

  • Potenziamento dell’offerta servizi di istruzione – dagli asili nido alle università: 19,44 miliardi €
  • Dalla ricerca all’impresa: 11,44 miliardi €
  • Inclusione e Coesione: 29,83 miliardi di euro

19,81 miliardi di euro dal RRF più 2,77 miliardi di euro dal fondo complementare più 7,25 miliardi di euro dal REACT-EU.

  • Politiche per il Lavoro: 6,66 miliardi €
  • Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore: 11,17 miliardi €
  • Interventi speciali per la coesione territoriale: 1,98 miliardi €
  • Salute: 20,23 miliardi di euro

15,63 miliardi di euro dal RRF più 2,89 miliardi di euro dal fondo complementare più 1,71 miliardi di euro dal REACT-EU.

  • Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale: 7 miliardi €
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale: 8,63 miliardi €

Riforme

Il PNRR include anche una serie di riforme strutturali necessarie per raggiungere gli obiettivi del Piano nei tempi previsti:

Riforme orizzontali

  • Pubblica Amministrazione: si prevede di snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione per favorire il ricambio generazionale, semplificare norme e procedure e allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro e di una amministrazione moderna;
  • Giustizia: la riforma comprende misure per digitalizzare e riorganizzare il sistema giudiziario, procedendo parallelamente alla revisione del quadro normativo e procedurale per ridurre l’eccessiva durata dei processi.

Riforme abilitanti

  • Semplificazione della normativa, in particolare riguardo alla concessione di permessi e autorizzazioni, alle norme in materia di appalti pubblici e alla normativa in materia ambientale;
  • Promozione della concorrenza, attraverso l’adozione della “legge annuale per il mercato e la concorrenza”, in particolare per la realizzazione e la migliore gestione di infrastrutture strategiche nel settore delle telecomunicazioni, nel settore portuale e delle reti elettriche.

Infine, il Governo porterà avanti alcune riforme – come la riforma fiscale – che, pur non ricomprese nel perimetro delle azioni previste dal Piano, sono destinate ad accompagnarne l’attuazione.

Governance

  • La responsabilità dell’attuazione del Piano sarà affidata a strutture operative definite all’interno dei ministeri e degli enti locali e territoriali, che dovranno assicurare la realizzazione degli investimenti nei tempi previsti e la gestione efficace delle risorse.
  • Il Ministero dell’Economia e delle Finanze si occuperà di monitorare l’attuazione degli investimenti e delle riforme del Piano e di rendicontare alla Commissione Europea sullo stato di avanzamento del PNRR.
  • Con apposito provvedimento normativo sarà istituita, presso la Presidenza del Consiglio, una Cabina di Regia per il PNRR, con il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione dei progetti.

Il 13 luglio 2021 l’ECOFIN ha ufficialmente approvato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia, che lo scorso 22 giugno aveva ricevuto la valutazione positiva della Commissione europea. Il Piano da 191,5 miliardi di euro (68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti), consegnato dall’Italia il 30 aprile scorso, è stato infatti valutato con gli stessi punteggi dei piani degli altri Stati approvati finora, ovvero con dieci A e una B alla voce “Costi”.

Per la Commissione, il Piano italiano prevede il 37% di misure indirizzate alla transizione verde e il 25% a quella digitale, quote che sono state leggermente riviste al ribasso rispetto a quanto stabilito dal governo italiano, ma comunque in linea con i parametri definiti dalla Commissione.

È stata quindi accettata la richiesta di prefinanziamento dell’Italia di 24,9 miliardi di euro (9 miliardi di sovvenzioni e 15,9 miliardi di prestiti), pari al 13% del totale, che sono stati erogati ad agosto.

Nel Piano italiano si prevede, già per il 2021, una spesa di circa 13,8 miliardi di euro per finanziare 105 progetti. Tuttavia, per ottenere le prossime tranche di fondi europei, l’Italia dovrà raggiungere una serie di obiettivi relativi non solo agli investimenti ma anche alle riforme da implementare: come definito nell’allegato alla proposta della Commissione europea sull’approvazione del PNRR, l’Italia dovrà raggiungere 51 obiettivi intermedi per ottenere circa 24 miliardi ad inizio 2022, e altre 45 milestone entro la metà dello stesso anno.

A tal fine il Governo guidato da Mario Draghi, dopo il via libera ai tre “pilastri” del PNRR, approvati tra maggio e giugno 2021, ovvero la governance, le semplificazioni e la riforma del reclutamento nella PA, si è impegnato a presentare entro giugno 2021 la riforma della giustizia e il ddl delega per la riforma degli appalti e delle concessioni, mentre a luglio sarà il turno della legge annuale sulla concorrenza.